Se ti chiedessi di pensare a Nike, cosa ti verrebbe in mente? Probabilmente la frase “Just do it”, lo swoosh iconico, o forse immagini di atleti che si superano. Ma il brand Nike non è solo un logo o un paio di scarpe: è una promessa, una storia, un’emozione.
Quando parlo di brand nei miei progetti, mi piace dire che un brand è come una persona. Non ti innamori di qualcuno solo perché ha un bel vestito (logo), ma perché c’è qualcosa di più profondo: un’identità, dei valori, e soprattutto una sensazione che ti lascia ogni volta che lo incontri. Ecco perché oggi voglio parlarti del concetto di brand in modo chiaro e concreto.
Che tu sia un’azienda, un professionista o un piccolo artigiano, il brand è la tua firma. È ciò che le persone dicono di te quando non sei presente. E costruirlo significa lavorare su ogni dettaglio: dal modo in cui rispondi a un cliente alla qualità delle tue offerte. Un brand è relazione, emozione e identità. Ed è l’unica cosa che ti differenzia davvero in un mondo pieno di alternative.
Il tema del Branding mi sta particolarmente a cuore perché è qualcosa su cui ho lavorato e riflettuto molto, sia nei miei studi che nella pratica quotidiana. Ricordo ancora quando all’università lessi “Lovemarks” di Kevin Roberts: fu una di quelle letture che ti aprono un mondo, ti fanno capire che un brand non è solo un’etichetta, ma qualcosa che può creare legami profondi, emozioni vere.
Col tempo, grazie all’esperienza sul campo, ho capito quanto questi concetti siano cruciali anche nel mio lavoro, come ad esempio nel settore turistico. Se vuoi approfondire il tema ti invito a leggere un articolo in cui ho parlato di come un hotel possa diventare un brand: perché sì, anche una struttura ricettiva può (e deve) distinguersi raccontando chi è, cosa rappresenta e attirando clienti che condividono la sua stessa visione.
Mi piace pensare al branding come a una combinazione di strategia e autenticità: è un modo per raccontarsi davvero, non per costruire una maschera. Oggi, figure come Riccardo Scandellari (Skande) sono per me un punto di riferimento. Nei suoi libri ed anche nella sua newsletter (a cui ti consigli di iscriverti) affronta il branding in modo chiaro e pratico, dimostrando che non è solo una questione di marketing, ma un percorso per comunicare in modo autentico chi sei e perché fai ciò che fai.
Molti pensano che il brand si riduca a un nome accattivante e a un logo ben fatto. Certo, l’aspetto visivo è importante, ma è solo la punta dell’iceberg. Il brand è l’insieme di tutto ciò che un’azienda rappresenta e comunica:
Il classico esempio è Coca-Cola. Non è solo una bibita zuccherata; è un simbolo di gioia e condivisione. Guardare uno spot natalizio di Coca-Cola è come tornare bambini: non ci vendono una lattina, ci vendono un’emozione.
Prendiamo un altro esempio LEGO. Probabilmente hai già visualizzato il logo nella tua mente 😊, ma senza rendertene conto, hai anche ‘visualizzato’ i valori del brand: creatività, gioco e possibilità infinite.
Lego non vende semplici mattoncini di plastica, ma la libertà di creare. È un brand che stimola la creatività e l’immaginazione, offrendo a chiunque – dai bambini agli adulti – la possibilità di costruire qualcosa di unico. Non è solo un gioco, ma un’esperienza che invita a superare i limiti e a dare forma alle proprie idee. Dalle costruzioni più semplici alle creazioni complesse dei collezionisti, LEGO parla di espressione individuale e di una creatività senza età.
Una domanda che mi viene fatta spesso è: “Perché dovrei lavorare sul brand? Alla fine vendo prodotti, non emozioni.”
La risposta è semplice: le persone non comprano solo quello che fai, ma perché lo fai e come le fai sentire. Avere un brand forte ti permette di:
Per me, un brand non è mai solo un’immagine, è un rapporto di fiducia. Quando qualcuno torna da te dopo la prima esperienza, è lì che il tuo brand dimostra il suo valore.
Ci tengo però a specificare che scegliere di costruire un brand non è solo una mossa di marketing fine a se stessa, né tantomeno una costruzione artefatta di una realtà che non esiste. Spesso infatti si tende a vedere il branding come qualcosa di artificiale, un’operazione studiata solo per “vendere di più”. La realtà è molto diversa: costruire un brand significa esprimere chi sei veramente e farlo in modo chiaro, per attrarre le persone giuste.
Pensa a questo: è più bello avere clienti che comprano da te una volta e poi spariscono, oppure clienti che tornano perché condividono i tuoi stessi valori? Clienti che non solo apprezzano ciò che offri, ma che ti scelgono perché vedono una parte di loro nel tuo brand?
Essere un brand significa anche questo: trovare persone che “parlano la tua lingua”, che amano ciò che ami tu e si riconoscono nella tua storia. Una strategia di branding ben fatta ti permette di differenziarti dalla concorrenza, non solo per ciò che vendi, ma per chi sei e per ciò che rappresenti.
È una questione di autenticità. Patagonia è un brand perché ha scelto di essere sincero: la loro passione per la natura e la sostenibilità è reale. Chi sceglie i loro prodotti non compra solo una giacca: sposa una causa. Oppure pensa a un piccolo artigiano che produce borse in pelle: se racconta la sua passione per il made in Italy, la scelta dei materiali e il processo creativo, non sta “fingendo” per vendere. Sta raccontando chi è, e questo fa la differenza.
Alla fine, costruire un brand non è un esercizio di marketing manipolatorio. È un modo per esprimere la tua unicità e farlo arrivare alle persone giuste. Clienti che non scelgono solo il tuo prodotto, ma scelgono te. E credimi: lavorare con persone che condividono le tue passioni e valori è molto più gratificante che inseguire clienti che non capiscono la tua essenza.
Non si tratta di “sfruttare il brand” in modo forzato, ma di usarlo come uno strumento per raccontarti e distinguerti. Perché alla fine, le relazioni migliori nascono quando c’è autenticità. E un brand autentico non solo vende di più: lascia un segno nelle persone.
Quando parliamo di brand, spesso incontriamo due concetti chiave: brand awareness e brand reputation.
Ti faccio un esempio semplice. Immagina di essere in viaggio e devi scegliere dove mangiare:
Alla fine sceglierai quello che ti fa stare più tranquillo, perché il consiglio ha dato un peso emotivo alla scelta. Ecco perché un buon brand non si accontenta di essere conosciuto: deve anche farsi amare e rispettare.
Ora ti chiedo: che storia racconta il tuo brand?
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